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Cio'che è tessuto insieme-

 

 

 



di Nadia Ferrari - tratto da Amazzone o Penelope. Parole e silenzi. Cusano Milanino 19 Ottobre 2012

 

Siamo in giardino, oramai è giugno e siamo sul finire di un anno scolastico, guardo i miei bambini che finalmente possono giocare serenamente e all’aperto lasciando scorrere tutte le energie disponibili per troppo tempo compresse.. liberandole nel movimento, nella voce, nell’allegria. Mentre li osservo mi torna un senso di distensione e mi viene da pensare a quest’anno scolastico che è stato troppo pesante.
Uso  il termine “ troppo” e non a caso. Ci sono anni, e questo è uno di quelli,  che la vita entra prepotentemente nelle aule scolastiche colpendo gli alberi maestri. Ed è così che la nave in balia di onde avverse comincia a beccheggiare … fatica un po’ ad andare avanti e a tenere la rotta. È in questi momenti che l’equipaggio se è forte non si perde d’animo ed è capace, seppure piccolo, di cambiare posizione e comprendere i grandi alle prese con i loro pensieri.
Che fai Nadia? Sei imbambolata? Mi raggiunge la domanda di una bambina distogliendomi dai miei pensieri. 
È Aurora 5 anni, che in questo periodo la trovo sempre molto in ascolto,  questo è il periodo che precede l’addio definitivo dalla scuola dell’infanzia e per alcuni bambini è il momento in cui non ci si può più permettere di perdere nemmeno una sfumatura della relazione che presto non ci sarà più:  è il distacco. Si dice spesso che i bambini non sono capaci di ascoltare, nulla di più falso. Forse non sono in grado di ascoltare ciò che vorremmo noi, soprattutto riguardo alle cose da fare e alle regole da eseguire, ma che non siano capaci di mettersi in un atteggiamento di ascolto questo non è assolutamente vero. Alcuni  di loro ed in alcuni momenti particolari non mi perdono di vista e sono perennemente in ascolto con lo sguardo. 
Mentre mi “sbambolo” vedo che intorno a me, mi circonda un gruppo di bambini e bambine che nella pausa tra un gioco e l’altro, come di consueto, fanno capolino da me, quasi a dover ritrovare il loro punto di approdo, prima di avventurarsi in un nuovo gioco. Di solito quando mi stanno intorno intavoliamo delle discussioni su vari argomenti e dato che si avvicinava questa serata con voi, mi è parsa cosa interessante esplorare cosa pensano i bambini dell’ascolto e se ne percepiscono il valore.
Secondo voi io vi ascolto?
Aurora: - si, tu ci ascolti sempre!... anche di più della mamma.
io: ah si?
Aurora: si. Perché tu sei qui  hai tempo per noi… Delle volte la mia mamma non mi ascolta e interrompe e a me mi salgono su i nervi! Lei dice “dai aspetta che adesso devo stendere i panni … poi, dai aspetta che adesso devo preparare da mangiare …
Stefano: una volta mia mamma stava pulendo e non aveva il tempo di ascoltarmi e mi sono sentito malinconico
Cosa vuol dire?
Stefano: malinconico vuol dire che viene un po’ da piangere … e ci si sente tristi
Io: quando vi sentite ascoltati?
Olivia: io mi sento ascoltata quando la mamma mi dice “o domani o dopodomani sto con te da sola a fare dei lavoretti

Eggià penso: Olivia è la seconda di due fratelli maschi … quello “sto con te da sola” rispetto all’ascolto è così eloquente che  non abbisogna di altre spiegazioni.



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​Amazzone o Penelope   

Il progetto Amazzone o Penelope nasce nel 2010 ad opera di un gruppo di professioniste dell'educazione, e si struttura a partire da  una riflessione sul femminile, e si apre sulla pluralità di sguardi che, ogni giorno, le donne sono chiamate a gettare sul mondo.

Amazzone o Penelope si delinea come un progetto pedagogico e culturale che, attraverso serate a tema, eventi, conferenze, percorsi di formazione,  invita chi lo incontra ad incontrare le polarità e le complessità del vivere e dell'educare, esplorandole grazie alle voci di chi opera ogni giorno nel mondo dell'educazione.

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 Monica Cristina Massola
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