
Mamme blogger, una riflessione quasi pedagogica
di Monica Cristina Massola (tratto dalla Conferenza dello Studio Dedalo - Dicembre 2010 - Amazzone o Penelope - La parte delle Madri)
Questo è un l’articolo integrale apparso su blog, preparato per la Conferenza, lo stile comunicativo è quello generalmente usato in un blog, colloquiale, a volte intimistico, a volte ironico, a volte più emozionato. Un dialogo con se stessi che si apre su un mainstream di voci che finiscono per incontrarsi e dialogare tra loro davvero .... nel web.
L’articolo, per necessità stilistiche e strutturali di adattamento al testo corale, è stato modificato. Rappresenta anche un tributo a molte donne e madri “blogger” per il grande contributo che danno alla de-stereotipizzazione della figura materna e alla complessificazione di se stesse …
[...] la maternità è frutto di una narrazione altrui.
I pediatri, i sociologi, gli psicologi, e poi i ricercatori e via dicendo ci hanno detto: cosa è materno, cosa buono e cosa giusto.
Ma la rete, il web è già magicamente un qualcosa di nuovo, e per le donne è la possibilità di creare un narrazione del materno, mentre sta accadendo, ad opera di chi è madre.
E’ una narrazione collettiva e concreta, un quilt, un puzzle in cui si vengono a tessere le mille esperienze della maternità, un racconto a più voci del tentativo di rendere propria la narrazione del materno, di definirne i confini a partire da se, dalla propria parzialità di madre.
E non è vero che le donne questa esperienza l’hanno sempre fatta, in casa o al famoso “parchetto” sotto casa, o ancora appoggiate agli stipiti delle porte dell’ufficio per dire alla collega qualcosa del figlio malato.
Questa è una esperienza nuova, è una rappresentazione pubblica, una narrazione, e alle volte anche una metariflessione complessa sul “materno”. Con un testo aperto, pubblico e pienamente accessibile a tutte e a tutti.
Non so se una blogger sia più Penelope o Amazzone, o se sia più attenta a ribadire il suo sostare nella maternità, o se cavalchi lontano per scoprire nuovi modi di esserlo, di certo oggi quasta donna/madre vuole e soprattutto può narrare questa esperienza. Spesso mandando al mittente la bollatura di “mamma cattiva”.
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